Alfa Romeo: in arrivo altri omaggi al passato come la 33 Stradale

I 33 esemplari della Alfa Romeo 33 Stradale sono esauriti, tutti venduti, ed è interessante sapere che il 70% dei clienti ha scelto il V6 a benzina, contro il restante 30% che ha preferito la versione elettrica (e detto tra noi, quelli che hanno scelto l’EV ci sembrano perfino tanti).

Abbiamo parlato con il capo del design Alejandro Mesonero-Romanos per sapere cosa c'è nella sua lista di cose da fare.

TG: Cos’è più difficile da progettare: una supercar che rende omaggio a un pezzo di storia o un'auto mainstream come la Junior?

AM-R: Una supercar è difficile da progettare, ma ad essere onesti a volte è più difficile fare un'auto piccola e per tutti. Quando fai qualcosa come la 33 Stradale, devi ovviamente rendere omaggio alla vettura originale, ma non ci sono le limitazioni che si incontrano nel realizzare una vettura che deve soddisfare molte persone, con vincoli finanziari e altre cose del genere. Ma i team sono gli stessi, le persone che hanno disegnato la Junior e la 33 sono le stesse. È molto gratificante lavorare a una sportiva: è l'auto definitiva da progettare.

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Quali sono le sfide che si incontrano nella progettazione di una supercar che deve poter montare un motore a combustione o elettrico?

I vincoli sono in realtà molto simili, perché anche in un'auto elettrica è necessario avere il raffreddamento per le batterie. È più facile affrontare il progetto sapendo di dover fare entrambe le cose, piuttosto che realizzare una supercar a benzina e poi convertirla in elettrica. Fin dall'inizio sapevamo che la 33 Stradale avrebbe avuto entrambi i tipi di motore. Dal punto di vista aerodinamico, funzionano allo stesso modo. Quindi non c'è alcuna differenza tra i due progetti, a parte il fatto che l'elettrica non ha tubi di scarico.

Flavio Manzoni, capo del design della Ferrari, di recente ci ha detto che il suo più grande cruccio è quello di dover incorporare radar e sensori anteriori nei suoi progetti. Anche a voi dà fastidio?

Sono d'accordo con Flavio! È assurdo perché non si tratta solo della parte anteriore dell'auto, ma anche di quella laterale e di quella posteriore: le telecamere e i sensori sono ovunque, bisogna integrarli nella giusta posizione e non deve esserci nulla sulla superficie esterna. L'altro aspetto fondamentale è l'aerodinamica, perché al giorno d'oggi si parla molto di autonomia, direi che è ancora più importante del consumo di carburante. Ogni chilometro che possiamo guadagnare in termini di autonomia è fondamentale.

Quindi al momento dovete concentrarvi sull'aerodinamica, ma se ci sarà un enorme passo avanti nella tecnologia delle batterie potrete concentrarvi sulla progettazione delle auto per renderle più belle possibili?

Penso che cercheremo sempre di ottenere una maggiore autonomia. Anche se in futuro, diciamo tra 20 anni, avremo batterie migliori o una tecnologia più efficiente, cercheremo sempre una maggiore autonomia: questa pressione ci accompagnerà per sempre.

Ora che avete realizzato la 33 Stradale, ci sono altre Alfa classiche che vorreste riportare in vita?

Posso dirle che adoro la TZ, per esempio, ma la nostra storia è incredibile. Tre anni fa abbiamo iniziato a realizzare una vettura destinata a diventare una specie di marchio di fabbrica, e non lo abbiamo fatto per poi smettere. Continueremo a fare questo tipo di cose, perché abbiamo la storia, la tecnologia e abbiamo dimostrato di essere in grado di farlo con il nostro piccolo team di appassionati in Alfa. All'inizio la gente non credeva che ce l'avremmo fatta. Invece la prima 33 Stradale sarà consegnata alla fine dell'anno.